Un muro non basta. Immagini per scuotere la tua nostre gente

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Sempre più numerose sono le mostre fotografiche che passano di città in città per scuotere l’indifferenza, vincere l’ignoranza della maggioranza e raccogliere il commento attonito di chi ha visto per esempio “UN MURO NON BASTA: “non immaginavo che i palestinesi fossero così oppressi”. Raccontateci e presentateci altre mostre che avete visto e noi rilanceremo tutte le info PER POTER ORGANIZZARE LA MOSTRA NELLA TUA CITTA’.

– E’ davvero qui, Betlemme? Ma dove, se non c’è traccia di cosa viva in questo cemento?
– Oltre il muro, da una parte e dall’altra, c’è Betlemme, fìdati.
– Già, oltre il muro. Dove non si vede. Dove non si passa. Ma si respira?
– Sì, si respira. E si vive e si muore in tanti modi diversi. Ma sotto occupazione.
– Occupazione? Che vuol dire?
– Che la terra è ferita, non per natura.
– E allora?
– Allora c’è da guarirla.

Un muro non basta è un progetto di documentazione fotografica di Andrea Merli che, a partire dal 2005, racconta come è stato trasformato il contesto israelo-palestinese dal muro di separazione che ha tagliato in profondità il territorio della Cisgiordania, diviso famiglie, sfregiato Gerusalemme, isolato comunità, abbracciato colonie israeliane e soffocato città palestinesi. Un muro che, nonostante tutto, non basta per stabilire un confine arbitrario, indifferente al diritto internazionale. “Mentre assistevo alla frammentazione della Palestina – racconta l’autore – senza alcuna possibilità di fermare un solo movimento delle gru che scaricavano i blocchi di cemento, ho provato a fermare la luce. Per quanto fosse alto e impenetrabile, quel muro non poteva fermare la luce che ogni giorno, ne mostrava le fattezze.”
Dati tecnici – La mostra fotografica, nella versione rinnovata che è stata prodotta in seguito alla pubblicazione del libro fotografico, comprende 20 stampe montate su passepartout delle dimensioni di 90 x 60 cm. Le stampe possono essere appese a pareti o pannelli, oppure appoggiate a cavalletti. Nel complesso è necessaria un’area espositiva, coperta e custodita negli orari stabiliti, di almeno 25 metri lineari. Un recente allestimento montato a Bologna è visibile qui.
Logistica e costi – L’autore della mostra è disponibile a provvedere al trasporto, al montaggio della mostra e al suo ritiro dopo la fine dell’iniziativa, oltre a mettere a disposizione modelli di locandine e materiale informativo. In genere, la durata dell’esposizione è di almeno due settimane, al fine di permettere l’organizzazione di eventi, dibattiti, cene solidali o proiezioni che rendano la mostra quello che intende essere: un’occasione. A questo proposito, il giorno dell’apertura o della chiusura è possibile organizzare un incontro pubblico di presentazione del libro Un muro non basta, il cui ricavato è interamente destinato al sostegno della Casa del Bambini Gesù di Betlemme. Oltre alla copertura dei costi di trasporto in auto da San Giovanni Valdarno, è gradito un contributo per la realizzazione di nuovi progetti di documentazione in Palestina.
Contatti – Per allestire la mostra, organizzare una presentazione del libro – ma anche soltanto ordinare una copia – basta scrivere all’autore all’indirizzo unmurononbasta@gmail.com

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