Un Nuovo Racconto di Natale: Betlemme sotto Occupazione 17 dicembre 2010 Published in: PLO Negotiations Affairs Department
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Per molti aspetti Betlemme e’ diventata la quintessenza della citta’ palestinese sotto occupazione: la sua popolazione sottoposta ad abusi quotidiani, la sua geografia storica e il suo paesaggio rovinati dalla espansione di colonie illegali, la serpentina del Muro di separazione che si incunea profondamente nel suo cuore e la separa dai suoi antichi legami politici, sociali, economici e religiosi con Gerusalemme e il resto della Cisgiordania, e le sue prospettive economiche messe ulteriormente a rischio ogni anno che passa. Per i palestinesi che vivono a Betlemme e nei suoi dintorni ogni Natale diventa sempre meno una ragione per celebrare e sempre piu’ per riflettere sulla immensa tragedia che ha colpito questa citta’ santa, culla di una delle comunita’ cristiane piu’ antiche della terra.
I FATTI: L’occupazione israeliana ha drammaticamente ristretto la liberta’ di culto e l’accesso alle chiese in Terra Santa. In seguito al completamento del Muro israeliano nella parte settentrionale della citta’, Betlemme e Gerusalemme sono state completamente separate l’una dall’altra. Graffiti sul Muro di separazione tra Betlemme e Gerusalemme. |
Per molti aspetti Betlemme e’ diventata la quintessenza della citta’ palestinese sotto occupazione: la sua popolazione sottoposta ad abusi quotidiani, la sua geografia storica e il suo paesaggio rovinati dalla espansione di colonie illegali, la serpentina del Muro di separazione che si incunea profondamente nel suo cuore e la separa dai suoi antichi legami politici, sociali, economici e religiosi con Gerusalemme e il resto della Cisgiordania, e le sue prospettive economiche messe ulteriormente a rischio ogni anno che passa. Per i palestinesi che vivono a Betlemme e nei suoi dintorni ogni Natale diventa sempre meno una ragione per celebrare e sempre piu’ per riflettere sulla immensa tragedia che ha colpito questa citta’ santa, culla di una delle comunita’ cristiane piu’ antiche della terra.
• Soltanto il 13 per cento della terra che fa parte del governatorato di Betlemme e’sotto l’effettivo controllo palestinese;
• Soltanto nell’area di Betlemme, 32 barriere fisiche erette dall’esercito israeliano – compresi checkpoint, roadblock, ammassi di terra e sbarre – impediscono la liberta’ di movimento e di accesso a beni e persone palestinesi. Secondo l’
• Disseminate su tutto il Governatorato si trovano 17 colonie e numerosi avamposti israeliani illegali, con una popolazione di circa 91.500 coloni; il piu’ in vista di questi coloni e’ il Ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, residente nella colonia illegale di Noqdim, area occidentale di Betlemme.
• Come parte dell’impresa coloniale, Israele mantiene il controllo militare su un numero di luoghi classificati come patrimonio artistico dell’umanita’ dall’UNESCO. Nel Distretto di Betlemme questi comprendono la Moschea di Bilal Bin Rabah/Tomba di Rachele, la localita’ archeologica di Herodion, e quella di Qumran dove sono stati ritrovati i rotoli del Mar Morto. Le localita’ archeologiche di Betlemme sono state recentemente classificate dall’UNESCO come appartenenti alla Palestina.
• Dal 1993 i palestinesi sono costretti ad ottenere un’autorizzazione militare israeliana, caso per caso, per entrare per qualsiasi motivo nella Gerusalemme Est occupata. Se concessi, questi permessi contengono tempi di attraversamento specifici e limitati.
• La disoccupazione a Betlemme e’ di circa il 23%, la maggioranza della quale e’ collegata ai settori colpiti dalla chiusura di Betlemme e dalla sua separazione da Gerusalemme, soprattutto il turismo, il commercio e l’agricoltura.
International Religious Freedom Report 2010 del Dipartimento di Stato USA, “il governo di Israele continua ad applicare restrizioni al movimento che impediscono la liberta’ di accesso ai luoghi di culto per Mussulmani e Cristiani in Cisgiordania e a Gerusalemme.”
• Circa il 50% della terra storicamente appartenente a Beit Jala;
• Fino al 75% della terra storicamente appartemente al villaggio di Al Khader;
• La maggior parte degli uliveti storicamente appartenenti al villaggio di Beit Sahur ma, a causa del Muro, rimasti separati dalle altre terre appartenti agli stessi proprietari, ora sono accessibili soltanto a chi possiede le autorizzazioni (raramente concesse) dell’esercito israeliano. Gli agricoltori palestinesi che ottengono un permesso per coltivare le proprie terre devono attraversare sbarramenti nel Muro designati appositamente e con periodi operativi limitati;
• Nel gennaio 2009 Israele ha emesso ordinanze che dichiarano “zona chiusa” le terre annesse dalla parte del Muro controllata da Israele, nella parte settentrionale del Governatorato di Betlemme; il che significa che ai proprietari palestinesi non e’ concesso di accedere alle proprie terre senza un permesso israeliano;
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I FATTI: L’occupazione israeliana ha drammaticamente ristretto la liberta’ di culto e l’accesso alle chiese in Terra Santa. In seguito al completamento del Muro israeliano nella parte settentrionale della citta’, Betlemme e Gerusalemme sono state completamente separate l’una dall’altra.Graffiti sul Muro di separazione tra Betlemme e Gerusalemme. |
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