Vanunu: “sono stato arrestato perché… ho una fidanzata norvegese.”

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di Liel Kyzer, corrispondente di Haaretz

Martedì scorso, un tribunale di Gerusalemme ha prosciolto dagli arresti domiciliari il collaboratore nucleare Mordechai Vanunu, dopo che questi era stato tratto in arresto per un incontro avuto con una cittadina norvegese in diretta violazione delle sue consegne sulla parola.

Il Canale 10 News ha riportato che Vanunu è stato rilasciato dopo aver sostenuto durante un’udienza del tribunale che la relazione tra lui e la donna norvegese che aveva incontrato è di natura sentimentale.

L’avvocato di Vanunu, Avidgor Feldman, secondo il Canale 10, ha affermato che “ egli non è accusato di divulgazione di informazioni. e lei non s’interessa a questioni nucleari. Lei prova un sentimento di attrazione per Mordechai Vanunu, che, a sua volta, sembra mostrare un’inclinazione per lei.”

La polizia di Gerusalemme aveva arrestato Vanunu lunedì per non aver rispettato la parola data. Vanunu era stato scarcerato nel 2004 dopo aver scontato una condanna di 18 anni per la rivelazione di particolari relativi al programma israeliano di produzione di armi nucleari.

Durante l’udienza Vanunu si era rivolto anche al Presidente degli U.S. Barak Obama, implorando il suo aiuto.

Il Presidente Obama era un sostenitore di un mondo libero da armi nucleari e deve perciò intervenire a favore della mia libertà. Tutto ciò che io voglio è essere libero. Io non ho alcuna libertà di parola e nessuna libertà di movimento.”

Il portavoce della polizia, Micky Rosenfeld, ha dichiarato che Vanunu era stato incarcerato per il sospetto che egli avesse incontrato alcuni stranieri, violando le condizioni preposte al suo rilascio dal carcere del 2004.

Nel passato, Vanunu è stato un tecnico di basso livello presso un impianto nucleare israeliano che, nel 1986 aveva fatto trapelare particolari e immagini del funzionamento dell’impianto al Sunday Times di Londra.

Dal materiale, gli esperti avevano concluso che Israele era in possesso del sesto arsenale nucleare tra i più grandi del mondo.

Vanunu era stato successivamente rapito da agenti dei servizi segreti israeliani a Roma [con la complicità del governo e dei servizi italiani, n.d.t] e riportato in Israele per essere processato.

Quattro mesi fa, l’Alta Corte aveva deciso che sarebbe rimasto in vigore per altri sei mesi l’ordine che intimava Vanunu di non lasciare il paese, di parlare con stranieri o di avvicinarsi alle legazioni estere. La Corte aveva affermato che, trascorsi i sei mesi, egli avrebbe potuto presentare anche un’interpellanza alla Corte per annullare l’ordine.

Prima dell’udienza egli aveva dichiarato: ” Io voglio e ho bisogno di libertà, solo di libertà. Venticinque anni sono sufficienti. Questo non è il mio governo. Voglio vedere il mondo, senza il controllo del Mossad e dello Shin Bet.”

Vanunu ha distribuito alla stampa una lettera che egli scrisse al Comitato per il Premio Nobel ancor prima di un anno fa, nella quale dichiarava di rifiutarsi di essere inserito nella lista dei candidati per il premio, in quanto il Presidente Shimon Peres, che egli ha affermato essere “dietro la politica atomica israeliana”, era insignito del titolo di Nobel.

[L’impianto di Dimona venne realizzato nel lontano 1956 grazie alla collaborazione franco-britannica. Gli USA, dopo una iniziale opposizione, hanno garantito successivamente il pluridecennale silenzio sulla produzione di armi nucleari da parte di Israele, che, non solo non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione degli armamenti nucleari, ma che non è mai stato sottoposto ad alcun tipo di controllo da parte dell’AIEA, nonostante l’accresciuta pericolosità dell’arsenale nucleare israeliano stoccato nell’area, lo smaltimento delle scorie radioattive prodotte e il deterioramento delle sue strutture produttive, da ritenersi ormai obsolete. n.d.t.]

(traduzione di Mariano Mingarelli)

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