16 nov 2012
Per il terzo giorno il cielo di Gaza è nero.
Le persone scrutano il cielo, cercano di capire dal ronzio se si tratti di un aereo, di un elicottero, di un drone.
Scrutano i mare per comprendere da che parte le navi israeliane stiano mirando.
I bombardamenti si susseguono colpendo Gaza City e la parte settentrionale della Striscia.
Dalle 17,00 è sotto attacco Um al Nasser, ove sorge il Centro per l’infanzia “La terra dei Bambini” realizzato da Vento di Terra.
Il centro non è stato colpito di nuovo (cfr “Bombardamento CpI 10\10\12), ma la popolazione appare terrorizzata. “Non abbiamo rifugi, non abbiamo luoghi ove fuggire, siamo in trappola”, ci dice al telefono il nostro responsabile locale. Le famiglie la sera si riuniscono in una stanza a pregare che un proiettile non colpisca la loro casa. La Striscia è al buio, servizi, scuole e negozi sono chiusi. Abbiamo chiesto alla nostra coordinatrice quale messaggio vorrebbe rivolgere alla rete italiana: “Questa non è una guerra, è un massacro di persone inermi da parte di un esercito potentissimo”. Le voci sono flebili, quasi i gazawni avessero perso la loro proverbiale speranza nel futuro.
La terra trema: ognuno spera che la morte non venga a bussare alla sua porta.
http://www.ventoditerra.org/gaza-senza-respiro/
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