Vicolo cieco
Quando la speranza si allontana, il suo posto è occupato dall’odio.
Il vuoto di speranza si riempie di violenza
di armi e discriminazioni sempre più pesanti,
di colonie che si espandono e bombe e missili;
E civili israeliani e palestinesi vengono uccisi,
intenzionalmente o accidentalmente, in un abbraccio mortale
che è il frutto dell’occupazione.
Noi israeliani siamo ad un bivio:
o scegliamo l’escalation fino alla morte
o cambiamo decisamente strada.
Gush Shalom in Haaretz – 25 marzo 2011
Ricordate quel bellissimo film, Miral?
Oscurate quella cinepresa! Chiudete quei cinematografi! Si sa quanti “danni di immagine” può fare ad un esercito di occupazione anche solo una innocua pellicola. Se poi, come nel caso di Miral, il regista addirittura pretende di riprendere con insistenza le colonie illegali nei territori occupati e immortala il muro di apartheid, allora bisogna intervenire.
Suad Amiry, che si trovava a New York, ha registrato però una gran bella notizia e l’ha confidata a Luisa Morgantini. Anche noi ve la raccontiamo così, come una “In breve” che però ci conferma che non abbiamo ancora mandato il cervello all’ammasso.
Israele ha chiesto ufficialmente alle Nazioni Unite di non proiettare il film Miral di Schnabel, storia tratta del libro di Rula Jeabril, previsto dalla programmazione. Ma con una risposta secca e inequivocabile il presidente svizzero dell’assemblea Onu si è rifiutato di ritirarlo e De Niro e Penn, oltre a tanti altri, hanno partecipato alla proiezione.
La Knesset occupata
La Knesset, il parlamento israeliano,
ha approvato la legge che trasforma
il boicottaggio ai prodotti provenienti dalle colonie israeliane
in un atto criminale.
Ha quindi decretato ufficialmente che la stessa Knesset
è diventata un territorio occupato dai coloni…
Gush Shalom in Haaretz, 11 marzo 2011
Razzismo senza fine
La Legge sui Comitati di Ammissione, ultima legge discriminante i cittadini non ebrei d’Israele, mira a creare “comunità esclusivamente ebraiche” da cui gli arabi dovrebbero essere esclusi con la scusa che “non sono in grado di inserirsi nel tessuto sociale della comunità”. Andrebbe ricordato che queste non sono soltanto semplici “comunità”, bensì entità giuridiche a cui vengono affidate terre statali. La nuova legge quindi fornisce una ratifica legale alla esclusione degli arabi da terre che dovrebbero essere di proprietà comune dell’intera popolazione. Cinquant’anni dopo che Martin Luther King ha messo fine alla segregazione razziale in America, questa legge conduce Israele nella direzione opposta, in diretta continuazione della legge razzista sulla Lealtà allo Stato Ebraico (“Loyalty Laws’) del ministro Lieberman.
Riguardo alla Legge sulla Nakba (che taglia i fondi statali alle organizzazioni che rifiutano il carattere ebraico dello Stato di Israele), il suo unico scopo è di limitare la libertà di espressione. Simile alla legge (ancora in discussione) che vorrebbe criminalizzare i movimenti di boicottaggio di istituzioni israeliane, in pratica mira a ridurre al silenzio l’opposizione al regime di destra attraverso penalizzazioni economiche. Questa legge non impedisce ai cittadini arabi di Israele di ricordarsi che la creazione dello Stato di Israele ha provocato una grave ingiustizia al loro popolo. Nè impedirà ai cittadini ebrei critici del loro governo di esplorare e mettere in luce gli angoli oscuri del passato del loro Paese. Avrà invece l’effetto di rendere l’espressione di una opinione critica un’offesa punibile con una pesante multa pecuniaria, oltre a pregiudicare ulteriormente la posizione di Israele nell’arena internazionale.
Nena News, 28 marzo 2011
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