Dopo il parco Superland, altro caso di segregazione in Israele: la piscina di Mabu’in vieta l’ingresso a bambini malati di cancro “perché arabi”.
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di Ali Abunimah – The Electronic Intifada
Gerusalemme, 3 giugno 2013, Nena News – Una piscina pubblica israeliana ha vietato l’ingresso ad un gruppo di bambini malati di cancro perché arabi. Il video é della tv israeliana Channel 2: la dottoressa Gali Zohar voleva fare una sorpresa a venti bambini beduini malati di cancro regalando loro un giorno di divertimento alla piscina del villaggio di Mabu’im, a Sud di Israele.
Zohar ha telefonato alla piscina e i manager le hanno detto che avrebbero fatto entrare i bambini gratis. Tutto è andato bene fino aquando i manager non hanno scoperto che i bambini erano palestinesi. Allora hanno detto che non avrebbero permesso loro di entrare perché avrebbero rappresentato un “problema”.
I beduini che vivono a Sud della Palestina storica sono a tutti gli effetti cittadini israeliani ma subiscono continue minacce di espulsione dalle loro terre di origine, parte delle politiche razziste israeliane di “giudaizzazione” del Paese.
Il servizio di Channel 2 riporta anche la registrazione di una telefonata nel quale il manager della piscina specifica che la struttura non autorizzerà l’ingresso a bambini del “settore arabo”. Il servizio si conclude con la notizia che l’Università di Ben Gurion si è fatta avanti per invitare i bambini a usare le loro strutture.
L’incredibile episodio è venuto alla luce pochi giorni dopo la notizia che il parco divertimenti Superland divide gli studenti arabi da quelli ebrei, facendoli accedere in giorni diversi. Se i bambini arabi ed ebrei in Israele vanno in scuole separate, la segregazione razziale nelle strutture pubbliche come parchi e piscine non è stabilita dalla legge come durante il regime di apartheid in Sud Africa o negli Stati Uniti. Ma i cittadini palestinesi di Israele subiscono abitualmente tali discriminazioni.
Lo stesso accade a milioni di palestinesi che vivono sotto occupazione e assedio in Cisgiordania e a Gaza: le dure chiusure israeliane, i blocchi, il sistema dei permessi impedisce loro di raggiungere strutture ricreative, parchi e spiagge nella Palestina storica. Negli ultimi anni, donne palestinesi e israeliane hanno sfidato questa draconiana restrizione al movimento organizzando insieme gite “illegali” in spiaggia.
Gli ultimi casi di razzismo ricordano un episodio registrato lo scorso anno in un video: delle famiglie palestinesi erano state cacciate da un resort sul Mar Morto, mentre europei, israeliani e cani venivano fatti entrare senza problemi.
Guarda il video:
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=76740&typeb=0&VIDEO-Piscina-israeliana-vietata-ai-bambini-beduini
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