Thursday, 21 July 2011 06:10 Emma Mancini
È successo il 18 giugno scorso: una camionetta dell’esercito arriva in una stazione di servizio in Cisgiordania, all’ingresso del villaggio di Beit ‘Ummar, a Nord della città di Hebron. Sono venuti per portarsi via un ragazzo residente nel villaggio e che lavora alla pompa di benzina. Il giovane viene arrestato. L’accusa: aver lanciato delle pietre contro i soldati israeliani.
Interviene il cugino, Rami Abu Mariah, per parlare con il comandante dell’unità arrivata ad arrestare il ragazzo, sperando di convincerlo a rilasciarlo. Il comandante, con il grado di tenente sulla spallina, lo spinge indietro, gli urla contro di andarsene. Infine, gridando esasperato, carica la mitraglietta che porta al collo e la punta contro il volto di Abu Mariah. Pochi centimetri, per due volte.
A riprendere tutto c’è un volontario dell’associazione israeliana B’Tselem, Muhammad ‘Awwad, anche lui residente nel villaggio di Beit ‘Ummar. Dopo la pubblicazione del video, è arrivata la risposta del portavoce dell’esercito israeliano, riportata dal quotidiano Ha’aretz: “Potrebbe sembrare un incidente grave. Verrà portato all’attenzione degli alti comandi e verrà aperta un’inchiesta sull’accaduto”.
http://www.youtube.com/watch?v=xEmQVxfgIzw&feature=player_embedded
http://www.alternativenews.org/italiano/index.php
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