VISITA DI DELEGAZIONE ITALIANA IN ISRAELE SOLLEVA CRITICHE

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Cinque giorni di visita in Israele su invito dell’ambasciata israeliana a Roma per meglio comprendere la realtá della regione. Ma senza mettere piede nei Territori Palestinesi Occupati. Proteste di concittadini italiani.

Di Ika Dano

Beit Sahour (Palestina), 12 luglio 2011, Nena News (Nella foto, la Knesset) – Visita al parlamento israeliano nel giorno in cui viene approvata la legge che rende illegale il boicottagio, ma anche ad una base militare e al valico di Erez da cui l’esercito israeliano controlla gli accessi alla Striscia di Gaza. Non mancano gli incontri con il sindaco del comune di Sderot e con il coreografo della Kibbutz Contemporary Dance Company, e per finire l’escursione alla scoperta di “Tel Aviv by night”. Queste alcune delle tappe della visita in Israele organizzata dall’ambasciata israeliana a Roma per un gruppo di giovani politici italiani, iniziata domenica e che si concluderà venerdì prossimo.

“Come ambasciata attribuiamo grande importanza ai rapporti con i giovani impegnati nelle istituzioni e nella società civile (…) Riteniamo, allo stesso modo, che conoscere direttamente Israele e sperimentare la sua realtà attraverso un viaggio possa essere utile per meglio comprendere la complessità del paese e della regione” recita l’invito ufficiale rivolto ai giovani delegati italiani.

Cinque giorni di visita, da Gerusalemme, a Tel Aviv, Nazareth, Cafarnao e a Tiberiade, che prevedono un meeting con rappresentanti dei Jerusalem Venture Partners (Fondi di capitali a rischio), con la società di smaltimento dei rifiuti Hetz Ecologia, fino a una cena-dibattito con il corrispondente RAI da Israele, Claudio Pagliara. Per finire con la visita a un kibbutz e a due punti di osservazione al confine del Libano e sulle alture del Golan al confine con la Siria (occupate dal 1967 ed annesse illegalmente da Israele nel 1981).

“Sarà un’occasione preziosa per conoscere meglio la complessa realtà politico-istituzionale e non solo di un paese verso il quale siamo legati da profonda amicizia,” ha dichiarato il consigliere regionale toscano del Pdl Giovanni Donzelli, invitato in qualità di rappresentante della Giovane Italia.

L’iniziativa ha raccolto le critiche di un gruppo di cittadini italiani – cooperanti e non –  che risiedono in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati, “attivi”, come essi scrivono in un testo diffuso oggi, “per cercare di dare il nostro contributo alla realizzazione di una pace basata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani fondamentali”.  Convinti che sperimentare la sola realtà di Israele contribuisca poco a meglio comprendere la complessità del paese e della regione.

La lettera* è un appello ai giovani politici italiani ora in Israele ad “aprire gli occhi e notare chi saranno i grandi assenti del loro viaggio” – si legge. “Nonostante i tentativi di Israele di impedire il libero accesso ai Territori Palestinesi Occupati oltre il muro (illegale) esistono un mondo e un tessuto sociale che devono essere conosciuti”, quello palestinese.

Il testo invita i politici “a partecipare a una delle innumerevoli iniziative di turismo politico e turismo responsabile che vengono organizzate in Cisgiordania: dal seminario internazionale Bridges instead of walls dell’organizzazione israelo-palestinese Alternative Information Center, ai tour di Hebron promossi dagli ex soldati israeliani di Breaking the silence. Da uno dei diversi itinerari dell’Alternative Tourism Group, al giro di Gerusalemme organizzato dall’Israeli Committee Against House Demolition”.

Secondo gli estensori dell’appello, il viaggio dei giovani politici italiani intende veicolare un’immagine dello stato israeliano come paese delle eccellenze (militari, economiche, tecnologiche e culturali), negli stessi giorni in cui Israele è al centro di polemiche per i respingimenti e le espulsioni di alcune centinaia di cittadini europei che, a un anno dei tragici eventi della Freedom Flotilla, intendevano partecipare alla settimana “Welcome to Palestine”.

Il viaggio organizzato dall’ambasciata israeliana appare così parte della politica di “branding”, di ristrutturazione e affermazione dell’immagine internazionale di Israele. Non scalfita né dal crescente peso politico dell’ala di estrema destra guidata dal ministro degli esteri Avigdor Lieberman e neppure da politiche arbitrarie e autoritarie quali quelle messe in atto per impedire la libertà di movimento di centinaia di persone intenzionate a visitare la Palestina.

Rispetto alle relazioni Italia-Israele, la visita del gruppo di politici italiani si inserisce in settimane segnate del vertice interministeriale del primo ministro Netanyahu in Italia nello scorso mese di giugno e della visita di Pierluigi Bersani in corso in questi giorni. Proprio il segretario del PD nel corso dell’incontro a Ramallah con il mondo della cooperazione italiana nei Territori Palestinesi Occupati ha commentato il viaggio dei giovani politici italiani affermando che “se i ragazzi che fanno parte della delegazione mi avessero chiesto un consiglio – anche se non lo hanno fatto – avrei detto loro di andare, ma di tenere gli occhi aperti, di pensare con la propria testa”. Nonostante la fiducia riposta nei giovani delegati, i firmatari sottolineano che vedere entrambi le parti sia il presupposto per riflettere in modo indipendente. Nena News.

* “Siamo un gruppo di cittadini italiani. Per motivi diversi, dal lavoro allo studio alla solidarietà, siamo attivi in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati, per cercare di dare il nostro contributo alla realizzazione di una pace basata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani fondamentali.

Sappiamo che da domenica una delegazione di giovani politici italiani sta partecipando a un tour organizzato dall’Ambasciata israeliana in Italia. Non ci stupisce il fatto che il tour non preveda nessun incontro con la società civile palestinese. Non ci stupisce che il Governo israeliano cerchi di auto-promuovere le sue politiche, le sue innovazioni tecnologiche e le sue strategie militari.

Quello che chiediamo ai nostri coetanei che stanno partecipando all’iniziativa è di aprire gli occhi e notare chi saranno i grandi assenti del loro viaggio. Nonostante i tentativi di Israele di impedire il libero accesso ai Territori Palestinesi Occupati oltre il muro (illegale) esistono un mondo e un tessuto sociale che devono essere conosciuti per poter far sì che la politica italiana dia un contributo sincero alla fine delle discriminazioni e delle violenze che il popolo palestinese subisce da oltre 60 anni.

Questa lettera-appello non mira a riassumere qui questa situazione di illegalità e ingiustizia: fior di dossier, report e risoluzioni delle Nazioni Unite si possono rintracciare con facilità in rete.

Questa lettera-appello è un invito che vi facciamo, come concittadini, a partecipare a una delle innumerevoli iniziative di turismo politico e turismo responsabile che vengono organizzate in Cisgiordania: dal campo Bridges instead of walls dell’organizzazione israelo-palestinese Alternative Information Center, ai tour di Hebron promossi dagli ex soldati israeliani di Breaking the silence. Da uno dei diversi itinerari dell’Alternative Tourism Group, al giro di Gerusalemme organizzato dall’Israeli Committee Against House Demolition.

Le possibilità sono molte. Crediamo di poterci appellare alla vostra volontà perché la giovane politica italiana dimostri di essere vicina alle voci e alle storie dei suoi pezzi di società che si mettono in gioco nella solidarietà agli esseri umani che vivono, ancora e nonostante tutto, in questa terra”

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PS. Ci piacerebbe poter sottoscrivere questo appello con i nostri nomi e cognomi, ma a causa delle politiche israeliane attuate nei confronti di chi vive e lavora nei Territori Palestinesi Occupati, rischieremmo di non poter avere più l’occasione di visitare queste terre.

Per adesioni inviare una mail a: italianinterrasanta@gmail.com

http://www.nena-news.com/?p=11436

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