Vite occupate: mio figlio Ayoub

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MONDAY, 26 MARCH 2012 08:06 CENTRO PALESTINESE PER I DIRITTI UMANI (PCHR)

 Ayoub, il giorno prima di morire

 “Lo penso in ogni istante, continuo a chiamare il suo nome in casa, a cercarlo ovunque … Ayoub”

Adila Ahmad Yussef Asalia, 44 anni, è la madre di Ayoub, un bambino di 12 anni ucciso da un drone israeliano mentre rincorreva un cagnolino sulla via di scuola. Mentre racconta l’incidente, Adila cerca di parlare tra le lacrime.

Ayoub era il sesto figlio della famiglia Asalia, uno dei nove fratelli e cinque sorelle. Adila parla di lui come un bambino sempre disponibile: “Ogni volta che aveva tempo rimaneva con me in cucina, e aiutava a fare il pane, lavare i piatti … Era molto simpatico, raccontava sempre barzellette e tutti lo amavano”. Si ricorda che ogni venerdì indossava i suoi abiti migliori e prendeva in giro suo fratello Husam, 15 anni, che aveva solo dei pantaloncini: “Non pensi che io sia più intelligente e più bello di mio fratello?”.

Domenica mattina, 11 marzo, Ayoub si stava preparando per andare a scuola. Stava studiando prima delle lezioni e doveva essere in classe verso le 7 del mattino. Stava scherzando con la zia in cucina, e ha chiesto alla madre di avere dei sandali nuovi perchè i suoi erano consumati. Camminando per strada, ha raggiunto il cugino Wafi, 5 anni, che stava giocando con un cucciolo. Il cane ha preso paura ed è corso via. Non appena Wafi ha cominciato a lamentarsi, Ayoub ha iniziato a correre dietro al cane per riprenderlo e per riportarlo a Wafi.

Kalthum Abdallah Mohamed Asalia, un parente che vive in una casa vicina alla scena, ricorda. “Stavo guardando dalla finestra i ragazzi, quando ho sentito il suono di un drone seguito da una grande esplosione.” Si è allontanato dalla finestra e quando è tornato c’era solo mezzo corpo, la parte superiore del tronco, la faccia rivolta a terra. I vicini si sono precipitati per vedere chi era stato ferito e pensando che fosse Ayoub hanno chiamato Adila. Quando è arrivata lei non ha riconosciuto i suoi vestiti. Ha cercato Ayoub assieme agli uomini dell’ambulanza e poiché non trovavano nessuno, hanno pensato che si fosse già recato a scuola e così l’ambulanza se n’è andata. Tuttavia, in quel momento Kalthum si è ricordato di aver visto Ayoub rincorrere il cane ed era quindi impossibile che Ayoub fosse già andato a scuola quando era avvenuto l’attentato. Con alcuni vicini ha deciso di continuare la ricerca, mentre Adila rientrava a casa.

Un vicino ha fatto tornare indietro l’ambulanza per cercare Ayoub, e mentre un paramedico stava cercando tra gli alberi e i cespugli, ha trovato mezzo corpo di un ragazzo giovane. Kathum non può dimenticare l’immagine del corpo amputata, in cui rimanevano soltanto ossa e carne sanguinanti. I vicini sono andati a cercare Adila mentre il paramedico copriva la parte inferiore del corpo di Ayoub. Parlando di quanto accaduto, Adila non ricorda l’ordine degli eventi. Sa solo di aver pulito il volto di Ayoub, pieno di sabbia e di sangue, di aver pianto tanto, di aver chiesto aiuto, di aver parlato, gridato, di essere andata in ospedale e di aver pregato.

Da domenica mattina, Adila non riesce più a preparare la prima colazione per i suoi figli. Ogni giorno, quando mangiano, “vede un buco” quando guarda la tavola. “E ‘troppo difficile”. La famiglia è traumatizzata dall’attacco. “Abbiamo paura di uscire e trovare un pezzo del corpo di Ayoub su un albero, in strada, in giardino. Dall’attacco, dormiamo tutti nella stessa stanza, con tutti i bambini, perché abbiamo paura.”

Adila finisce la sua storia dicendo: “Come può un bambino essere colpito da un razzo?” Vuole pensare a tutti i bambini palestinesi e “vuole che vivano in sicurezza e libertà”. Nella Striscia di Gaza, tra il 10 e il 12 marzo 2012, un altro bambino è stato ucciso e 20 sono rimasti feriti.
Non c’erano combattenti nella zona al momento dell’attacco. Il mirare e uccidere un bambino, un civile protetto, è un crimine di guerra, come codificato negli articoli 8 (2) (a) (i) e 8 (2) (b) (i) dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale.
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Adila e suo marito Amir Asalia, con alcuni dei loro figli Faraj e Eymad e uno dei loro nipoti Abdel Rahman.

http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/striscia-di-gaza/3495-vite-occupate-mio-figlio-ayoub

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