Vuoi mettere, un tacco da 5 cm?

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admin | May 11th, 2013 – 1:32 pm

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Tacco 5. Per i maschi che leggono, la traduzione è: il tacco è alto cinque centimetri. Tacco medio, anzi, per la moda del momento il tacco è basso. A passare in rassegna le vetrine dedicate alle scarpe, a Roma come nelle più eleganti città di provincia, la maggioranza delle calzature da donna è ben oltre i cinque, i sette, gli otto centimetri. Trampoli da 12, 15 centimetri e più su ancora, con relativo rischio di fratture.
L’argomento potrebbe sembrare frivolo. Anzi, lo è. Frivolo, leggero. Perché c’è una singolare gioia nel comprarsi un paio di sandali con tacco, anche se solo alto cinque centimetri. Non solo la gioia di potersi comprare un paio di sandali. Il che, in tempo di crisi palpabile, non è poca cosa. È che comprarsi un paio di sandali con tacco medio significa che non si deve correre. E non si deve neanche ipotizzare l’idea di dover scappare, allontanarsi rapidamente, oppure dover percorrere centinaia di metri o chilometri a piedi perché non c’è altro mezzo di trasporto. Magari perché bisogna passare un checkpoint, usare la macchina fino a un certo punto, superare una barriera messa dai soldati, e poi servirsi di un taxi. O di un asino.
A Gerusalemme, a Ramallah, di sandali con i tacchi ce n’è in abbondanza. Improbabili sandali dall’eleganza dubbia e dai colori spesso abbaglianti. Ma a guardare le donne – palestinesi, israeliane, internazionali – per strada, ben poche li portano. Sarebbe impossibile gestire la vita quotidiana da tali altezze. Una vita quotidiana non del tutto dissimile da quella di milioni di normali donne italiane, se non fosse per quel tarlo, quell’idea, quel sottile timore dell’imprevisto che è nel novero delle probabilità. È un riflesso automatico, o meglio, condizionato, quello di mettersi un paio di scarpe basse, se non è anche legato a una concezione modesta dell’apparire, tipica dell’ortodossia (ebraica tanto quanto musulmana).
Quei sandali dal tacco vertiginoso vanno bene, per esempio per le donne palestinesi, quando c’è un matrimonio, un fidanzamento ufficiale, una festa di laurea. E basta. In Italia, invece, c’è persino la possibilità di scegliere l’altezza dei tacchi. Vuoi mettere che sapore dolce ha la libertà? Non ti devi fare i milleduecentocinquantametri tra il valico di Erez e l’ingresso effettivo dentro Gaza, dove c’è l’ufficio di collegamento. Non devi stare in fila per ore dentro il terminal di Betlemme per poter entrare a Gerusalemme, pigiata come una sardina. Non devi farti un tour in autobus di qualche decina di chilometri, per arrivare all’università perché c’è il Muro di separazione che ti costringe al ‘giro largo’. Vuoi mettere la piccola, frivola felicità di comprarti un paio di sandali col tacco alto, e magari farci pure un giro, una passeggiata in centro? Non ha prezzo.

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