Monday, 11 July 2011 15:35 Emma Mancini
Un anziano palestinese sulle colline di Wadi Qana, a Sud di Nablus
Prima hanno sradicato 450 alberi di ulivo e poi dichiarato la terra “zona militare chiusa”. È successo questa mattina a Sud di Nablus: l’esercito israeliano è entrato nell’area agricola di Wadi Qana, impedendo ai residenti e ai proprietari delle terre di difendere le colture.
Secondo alcuni testimoni oculari, le forze dell’esercito israeliano hanno invaso Wadi Qana e circondato il villaggio di Deir Istiya, situato vicino alla città di Salfit. Ad entrare in azione per primi sono stati i bulldozer militari che hanno sradicato 450 alberi di ulivo. Poi, i funzionari dell’Amministrazione Civile israeliana hanno dichiarato l’area “zona militare chiusa”, ovvero non fruibile dalla popolazione palestinese, e i militari l’hanno fisicamente circondata con una rete.
“I soldati israeliani hanno impedito ai contadini palestinesi di raggiungere le proprie terre dietro la scusa che quella era classificata come ‘zona militare chiusa’”, ha raccontato il sindaco di Deir Istiya, Nazmi Sulaiman. Alcuni palestinesi residenti nel vicino villaggio di Deir Istiya, compreso lo stesso sindaco, sono stati arrestati per poche ore.
Il villaggio, i cui abitanti sono i proprietari delle terre di Wadi Qana, è una comunità contadina circondata da imponenti colonie, tra le quali Ariel, Immanuel e Qarne Shomron. Gran parte dei mezzi di sussistenza provengono proprio dalla lavorazione della terra, molto fertile nell’area a Sud di Nablus grazie alla presenza di fonti idriche. Per questa ragione, capita molto spesso che i contadini palestinesi siano ostacolati dai coloni provenienti dai vicini insediamenti, che non disdegnano affatto l’utilizzo della violenza per impedire loro di raggiungere le proprie terre.
Più volte il sindaco Sulaiman ha denunciato le continue aggressioni da parte israeliana contro i residenti palestinesi: sradicamento di alberi di ulivo e distruzione delle aree agricole sono il mezzo utilizzato per occupare terre ed annetterle alle vicine colonie. “Questi attacchi – ha detto Sulaiman – sono a diretto beneficio delle colonie e dei coloni che vogliono ottenere il controllo delle fonti idriche di Wadi Qana”.
“L’area – ha continuato – è testimone di una campagna di occupazione senza precedenti che rende la vita dei residenti impossibile al fine di spingerli ad andarsene, come preludio per la giudaizzazione dell’area”. Nell’ultima azione militare, a fine giugno, le autorità israeliane hanno confiscato 300 alberi di ulivo.
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