Yad Vashem, Jerusalem

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Visitare lo Yad Vashem , memoriale della Shoah, a Gerusalemme mi ha dato un forte ed imbarazzante senso di spiazzamento . Che cosa ci fa qui l’ordinata esposizione di un delitto consumato altrove? Perché portarsi dietro in Medio Oriente le prove di un crimine concepito e commesso in Europa? E’ forse la terra di Palestina, diventata per una parte lo stato di Israele, il luogo dove fare memoria perché l’immondo genocidio di un popolo non abbia più a ripetersi?

E’ forse qui che l’antisemitismo ha avuto la sua culla? Non è questa la terra di una millenaria coesistenza fra religioni e culture, segnata certo da improvvise e sanguinose ritorsioni fra i popoli che ancora la abitano, ogniqualvolta la diabolica tentazione del possesso della terra e l’invidia sociale hanno prevalso sul ragionevole buonsenso del convivere? Niente qui rimanda ad uno specifico obiettivo di colpire ed annientare l’ebraismo , più di quanto non abbia riguardato i curdi, o gli armeni, o i maroniti o i drusi, o i copti o i berberi o gli stessi musulmani ora sciiti ora sunniti , ora sufi o alawiti nel corso dei secoli.

Solo l’Europa ha prodotto l’antisemitismo , incubato nel caldo grembo della cristianità “occidentale”, che si è largamente definita per differenza rispetto a chi non ha riconosciuto il Messia e lo ha messo a morte.
Perché dunque evocare la Shoah in Israele , è forse essa il risarcimento , lo “stipendium” di quel peccato immondo? Ma non e proprio questo ciò che i sionisti per primi negano , ritenendo che la ricolonizzazione della Palestina , consegua ad un progetto precedente basato sull’affermazione ideologica, e dunque falsa, che vi fosse un popolo senza terra, esule in terra straniera? Non è questo un prodotto della cultura europea che celebrò sul finire dell’Ottocento la grande spartizione del Mondo in nome del “dovere” di civilizzare ciò che, al di fuori di essa era per ciò stesso primitivo, barbaro ed incosciente?

Dunque si vada a Berlino a compiere la doverosa visita al memoriale del genocidio ebraico, si attraversi la selva di cippi cementizi disseminati sul terreno che sovrasta il sotterraneo del bunker della Cancelleria del Terzo Reich. Là si trova la scena del delitto.
I superstiti della Shoah, sconvolti dalla tragedia, approdarono in Palestina, perché altrove le porte erano chiuse per loro : quanti di loro avrebbero liberamente scelto la Palestina, se l’America fosse stata generosa di accoglienza verso di loro?

Non è piuttosto vero che l’Europa ancora una volta con l’uso dell’inganno pose sulle spalle di un popolo innocente come quello palestinese , l’onere di pagare il debito morale che era ed è tutto suo? Facendo con gli arabi ed i sionisti il doppio gioco di chi promette e non mantiene, perché ad entrambi ha promesso , sicurezza e sovranità su una stessa terra, l’Europa ha sparso semi d’intolleranza e di conflitto fino a produrre la presunta “complessità” di un conflitto, che è invece di desolante semplicità, perché richiederebbe solo di restituire a ciascuno il suo.
A ciascuno i suoi diritti. A ciascuno la sua terra.
Dunque rimettiamo ogni cosa al proprio posto e paghiamo noi europei il debito che abbiamo contratto.
Questo significa rimediare con l’ingiustizia ad un’altra ingiustizia, come ha detto Edward Said?
No certo .
Ma neppure sarebbe da concedere ad Israele di espropriare di tutto, compresa la dignità della persona , i Palestinesi che abitano con loro quella terra.

Norberto Julini
referente Pellegrinaggi di Giustizia unponteperbetlemme@gmail.com

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