Zaytoun, la fogna a cielo aperto di Gaza

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Le acque reflue di una stazione di pompaggio si riversano nelle strade per 18 ore al giorno. Manca il carburante per i generatori. La zona a rischio epidemie.

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lunedì 18 novembre 2013 09:20
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Foto: Rosa Schiano/ Nena News

di Rosa Schiano

Gaza City, 18 novembre 2013, Nena News – La mancanza di energia elettrica nella Striscia di Gaza sta creando anche una crisi ambientale. Gli impianti per il trattamento delle acque reflue si fermano per mancanza di carburante. Nel quartiere di Zaytoun, nella zona est di Gaza city, una stazione di pompaggio delle acque reflue ha smesso di funzionare a causa della mancanza di energia elettrica. Le acque reflue hanno invaso le strade e le abitazioni del quartiere.

Nelle poche ore in cui c’è elettricità, le acque vengono in parte nuovamente raccolte dall’impianto, lasciando fango e melma putrida sulla quale bambini camminano per raggiungere le loro abitazioni. In altri casi, gli abitanti hanno costruito una sorta di piccoli ponti su cui camminare. In altri casi ancora, laddove questo non è possibile, bisogna cercare vie alternative per attraversare il quartiere. Abbiamo visitato l’area poco prima che l’elettricità andasse via. Quando l’impianto si ferma l’acqua di scarico comincia a sommergere nuovamente le strade.

All’ingresso di un edificio sono state messe pale di legno su cui camminare fino a raggiungere le scale. L’edificio è stato in parte evacuato, solo poche famiglie sono rimaste.

“Viviamo qui solo da un mese, e vorremmo andare via”, ci ha detto Nadia, una giovane mamma ventottenne. “Non usciamo di casa da una settimana. I miei bambini si sono ammalati, ho dovuto portarli in ospedale per capire cosa avessero. Il dottore mi ha detto che avevano contratto un’infezione a causa dell’acqua sporca, avevano febbre alta, la loro temperatura aveva superato i 40 gradi”. Nadia ha tre figlie femmine e un figlio maschio. Durante la notte non riescono a dormire a causa del cattivo odore delle acque di scarico. Ci sono insetti e topi.

Le acque reflue hanno invaso anche terreni agricoli su cui sono piantati molti alberi di olivo. Se questa emergenza non sarà risolta i terreni saranno irreversibilmente contaminati. La stazione di pompaggio, utilizzata per trasferire le acque reflue dal centro verso il sud di Gaza city, è allagata.

Gran parte del carburante arrivava a Gaza attraverso i tunnel sotterranei che collegavano la Striscia all’Egitto e ora quasi totalmente distrutti dall’esercito egiziano. Il carburante israeliano non è sufficiente ed è troppo costoso per la popolazione di Gaza: costa il doppio del carburante egiziano.

L’Autorità per l’Energia di Gaza aveva così iniziato a comprare carburante da Israele attraverso l’Autorità di Ramallah, che aveva deciso di non applicare tasse sull’acquisto di carburante. Tuttavia, l’Autorità per l’Energia in Ramallah ha chiesto all’Autorità di Gaza di pagare tasse sul rifornimento di carburante a causa della attuale crisi finanziaria dell’Autorità Palestinese. L’Autorità per l’Energia di Gaza, che non è in grado di affrontarne i costi, ha rifiutato.

L’unica centrale elettrica della Striscia è costretta quindi ora a lavorare a tempo limitato. Si prevede che nei prossimi giorni l’erogazione di elettricità sarà diminuita ulteriormente e da sei a quattro ore al giorno. “Un disastro, una catastrofe”, ripetevano i ragazzini del quartiere di Zaytoun mentre scattavamo delle fotografie. Addetti della municipalità lavoravano costantemente con stivali e guanti per contrarre il problema nelle strade. Ora il rischio è che anche altre strutture per il trattamento delle acque di scarico si fermino se dovesse finire il carburante per i loro generatori.

Le condizioni umanitarie della Striscia peggiorano. La crisi energetica colpisce tutti i bisogni quotidiani della popolazione civile e i servizi.Israele tiene la popolazione di Gaza sotto assedio da sette anni, imponendo restrizioni sulle esportazioni (quasi nulle) e le importazioni di beni, carburante, materiale da costruzione, creando così un aumento della disoccupazione, della povertà e la dipendenza dagli aiuti. Nena News.

 

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=91093&typeb=0&Zaytoun-la-fogna-a-cielo-aperto-di-Gaza

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